Fitto, il pulviscolo
dei biciclisti
altro che "macchine celibatarie":
lì ci s'accoppia almeno un passeggero,
montato in canna o sopra i portapacchi,
che a la bisogna, son davanti e dietro.
Altrimenti, per muta compagnia
(che tanto, pesa poco più di un uomo)
portano un tonno lucido e riverso,
dai begli occhioni gialli ma sbarrati
di stupore: per quell'infame scherzo,
che gli hanno appena teso, laggiù in mare
e c'è caduto dentro come un tonno,
di morte, intrato dentro de la rete.
Oppure un pesce-spada di traverso,
con l'arma infoderata dentro un cencio,
per non trafigger tutti quei distratti
che non senton nemmeno i campanelli,
o piuttosto ne senton già di troppi.
Ma al di là
degli animali inerti
(come grappoli di paperi e di polli)
son pur ciclabili i carichi bruti:
- grappoloni di taniche per nafta;
- esorbitanti pile di guanciali
(creazioni di quel patch-work miserabile
con rimasugli di camiceria,
adattissimo ai sogni in techni-color);
- una torre di materassi esili
(in crin di cocco ma talmente duro,
che quella Principessa Del Pisello
non penserebbe a metterci la mano);
- un bel lettone bi-matrimoniale
(col mazzolone d' assi della branda
e la sua zanzariera giù di strascico).
- Infine, (per riposi ancor più estremi,
o per memento-mori de-ambulante)
una cassa da morto ancora vuota.
Che di sicuro, finirà passando,
a pancia piena, per Borgo Sabbioso.
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