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Viaggio al Centro della Fiber Art

Amelia 2004 - Storia - Mito - Catalogo

Luciano Ghersi
fiber art
nella storia dell'arte
e sul campo globale

A questa mostra ho partecipato anch'io e perciò non esprimo giudizi sulla bellezza o l'originalità, sulla perizia tecnica o pertinenza al tema, delle opere presenti... Preferisco affrontarla più alla larga.

Verso la fine del secolo scorso, fui ammesso a Chieri come artista tessile alla prima "Biennale Italiana di Arte Tessile" (successivamente denominata "Biennale Internazionale di Fiber Art"). Fui molto onorato di incontrarvi Piero Simondo, fondatore (con Asger Jorn, Guy Debord eccetera) della mitica Internazionale Situazionista (o "IS"). La IS naque proprio a casa di Simondo, a Cosio d'Arroscia in provincia di Imperia (come ormai tutti sanno) mezzo secolo fa, con il programa teorico e pratico di superare l'arte.
Simondo stava ora in Biennale per presentarvi una mostra parallela di Martha Nieuwenhuijs, che a sua volta mi presentava a lui, qualificandomi come "artista tessile". Mi affrettai a dichiarargli che, piuttosto, mi qualificavo come "tessitore", detestando cordialmente l'arte tessile. L'anziano sovversivo mi rispose amabilmente: "Non c'è problema: io detesto l'arte."
Quanto a Martha, ci eravamo trovati in contatto fin da quando lei scoprì che in epigrafe a un mio libro, avevo citato un artista celeberrimo e però tessitore, fondatore con Simondo della IS (nonché effettivo padre della stessa Martha). Si trattava di Asger Jorn, la sua frase era questa: "Fin dall'antichità, i tessitori hanno trasmesso un insegnamento rivoluzionario in modo curioso e con forme più o meno bizzarre, mistificatrici e indirette. Una storia troppo conosciuta per studiarla seriamente".

Il mio aneddoto è senz'altro accidentale rispetto alla storia della Fiber Art. Per quanto riguarda l'essenza specifica della Fiber Art, preferisco delegarne l'indagine ai fiber-critici più competenti, come l'ottimo O'Brien. Concordo senz'altro sulla inclusione nell'ambito dell'arte e, in dettaglio, dell'arte contemporanea. Ci sarebbe casomai da precisare se l'Arte (nella quale la Fiber si include) sia una essenza eterna dello Spirito o non sia piuttosto un fenomeno sociale e transitorio, sorto storicamente (nel Rinascimento) e storicamente deperibile, come appunto suggeriscono i maestri della IS (in particolare, Marco Perniola vedi il suo libro "L'alienazione artistica") e, buon ultimo, anche Loseph Beuys: "Kunst is Kapital, l'Arte è il Capitale".
Ovviamente, ogni epoca e cultura, per quanto "primitiva" la si consideri, ha prodotto le sue "opere belle e originali con scienza e passione"... è soltanto l'etichetta di "Arte" che è teoreticamente limitata... e praticamente esclusiva. Lo conferma caso australiano dei Pittura Aborigena: considerata prima alla stregua di un tatuaggio, oggi si compra nelle gallerie (a proposito: perché mai non rientra nell'Arte il Tatuaggio?).
Di conseguenza, individui, istituzioni, eventi e documenti "artistici" (ovvero gli autori, le scuole, i musei, le mostre e i cataloghi) non dovrebbero apparirci come incarnazioni particolari di un'Arte assoluta e trascendente ma come fenomeni storici, concretamente condizionati da fattori economici e politici. E' indispensbile un certo investimento: dai grossi fondi pubblici e privati, giù fino a quelli minimi dei sedicenti artisti che, oltre a pagarsi critici e cataloghi, pagano un canone agli affitta-gallerie... Perché non si è artisti se non si fanno mostre: agli Artisti non si chiede "come stai?" ma gli si chiede "hai fatto qualche Mostra?" (la Mostra è una invenzione Parigina e ottocentesca).

Quanto alle opere tessili "belle e originali, create con scienza e passione", esse nacquero con tutta evidenza, assai prima dell'Arte e sono destinate a le sopravviverle... sempre che la specie umana riesca ad evolversi invece che estinguersi, come è pure possibile. Attualmente, le opere tessili coesistono con l'Arte e perciò, in generale, mi pare sia opportuno di permettere il loro soggiorno nei territori artistici: tanto opportuno per i produttori (di arte e di tessile) quanto lo è per fruitori (di arte e di tessile). D'altra parte, l'ammissione del tessile nel campo dell'Arte può disturbare certo, i tenutari delle scuderie artistiche e gli agenti di custodia dei Beni Culturali. Ma io andrei persino oltre: vorrei estendere il permesso di soggiorno anche ai tessili extra-comunitari.
Perciò, in occasione di questa nuova Biennale di Amelia, dedicata a Fiber Art in formato mini-tessile, ritenevo necessario di esporvi pure dei "mini-tessili extra-comunitari": sono tessuti in Ghana da Jonas Kofi Atimieku. La creazione di questi mini-tessili era avvenuta indipendentemente dall'evento Biennale, perciò quando li proposi ai curatori, il programma di Amelia era già prestabilito. Così decidemmo, di comune accordo, di presentarli "fuori programma", insieme con le altre installazioni e performance che poi hanno animato piacevolmente la inaugurazione.

I "mini-tessili extra-comunitari" sono opere di Kente: arte tessile ampiamente praticata tra il popolo Ewe, dove è considerata tra le arti maggiori e fattore indispensabile della identità culturale. Per quanto sia trasmessa per via tradizionale, da maestro a garzone, l'arte del Kente non è fossilizzata: se ne inventano sempre nuovi disegni, nuove figure e composizioni. E' una ricerca in perpetua evoluzione, che rientra a pieno diritto nella Fiber Art contemporanea. Infatti, l'arte tessile del Kente è presente da vari decenni nei musei, nei simposi e nei corsi accademici di Fiber Art, in Europa e in America. Giganteschi arazzi di Kente si trovano nel palazzo dell'Onu, a New York... Finalmente, quest'arte comincia a diffondersi anche in Italia. Varie opere tessili Kente sono state presentate ad "Extempore, Simposio Internazionale di Accademie delle Belle Arti" (Suvereto, LI, 2002), a "Trame d'Autore, Biennale Internazionale di Fiber Art" (Chieri, TO, 2004), nonché in due edizioni di "Filo Lungo Filo..." (Leumann, TO, 2002 e 2003). La Fondazione Lisio di Firenze propone da tempo un corso monografico sul Kente. L'Ambasciata d'Italia nel Ghana e Alitalia G. S. A. hanno promosso e sponsorizzato una mostra di Kente con il Goethe Institut Inter Nationes di Accra: "Hand-in-hand Weaving" (Ghana, 2003). Il sito internet di questa stessa mostra <http://www.hypertextile.net/hih> è un ottimo portale per documentarsi sul Kente in lingua italiana e non solo.

Il prossimo evento nazionale di Kente è programmato nel festival "Arti In Campo", dal 31 luglio a Murci, GR, nei pressi di Saturnia: <http://www.hypertextile.net/chiesavecchia>. Ad "Arti In Campo" sono prevesti workshop e corsi d'iniziazione al Kente, con la partecipazione di esponenti ghanesi della comunità Ewe residente in italia e la collaborazione di Blakhud Research Centre - Museum che ha sede in Ghana, nel villaggio di Klikor. Sarà anche in mostra la collezione Kente (moda, accessori e arredamento) dell'Equo-Progetto Afevor: <http://www.afevor.com>.

Luciano Ghersi, Luglio 2004

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