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Chi l'ha visto?
Mari Capable: "il valido marito"


copyright i due link qui di sotto

poi qualcuno l'ha visto...

Chi l'ha visto? "Mari Capable, Africa - i tessuti parlano".
Senza averlo comprato, leggo su il Manifesto (24 luglio) di una mostra al museo Pigorini di Roma fino al 30 settembre.
Mostra di "kente", le stoffe tradizionali delle aristocrazie Akan e, insieme, di cotoni stampati prodotti dalla ditta olandese Vlisco per il moderno mercato africano. Chi l'ha vista, come al solito, che la voglia raccontare.
Sul sito-web del Museo Pigorini http://www.pigorini.arti.beniculturali.it/ posso solo piluccare quest'immagine del ventilatore che, vista la scritta, sarà probabilmente il logo della mostra. Per mostrarvi il kente di fianco, ho dovuto invece saccheggiare un sito ruspante ma interessante dal titolo: "Kente è più che una stoffa, storia e significato..." http://users.erols.com/kemet/kente.htm (ovviamente, in Inglese)
Tornando al disegno qui sopra del "valido marito" non è certo che sia un originale della Vlisco, dato che una mostra della Barbican Art Gallery di Londra espone nel 1995 un pezzo del Newark Museum, il quale presenta (senza scritte di mariti) l'identico motivo del ventilatore. Questa stoffs è stampata non già in Olanda ma in Burkina Faso. Chissà? vedi eventualmente il catalogo "The art of African textiles", J. Picton 1995.
Tornando a il Manifesto, il solito Critico d'arte qui prima si permette di ricamare verbalmente sui disegni stampati definendoli "motivi decorativi che ordiscono le trame del cotone olandese" (bleah!) e poi (passando al kente) di infliggere: "la caratteristica dunque del trasporto iconico nella sua stratigrafia temporale e sociale avvalora un paradigma identitario che si proietta nell'analisi visiva dei suoi simboli" ( 2° bleah!). E qui si potrebbe concludere ... ma purteoppo, il Critico (Teresa Macrì) prosegue intervistando il Curatore della mostra, che è (curiosamente) anche Direttore del che la ospita: il Museo Pigorini (il cui nucleo originario risale nientemeno che alle collezioni del celebre gesuita, teosofo e mago Atanasius Kirchner).
Proseguendo nei "bleah!", il direttore-curatore (Egidio Cossa), ci informa che il kente "è una stoffa molto antica che viene tessuta su telai di legno verticali"... il che non significa nulla, se non, eventualmente, "ad alto liccio", che proprio non è il caso. E ancora: "il nome di questi Kente viene dato dall'abbinamento di vari motivi costitutivi del tessuto (disegno del bordo e articolazione del tracciato geometrico, differenziazione del colore" il che ancora non significa nulla, oppure vuol dire che il nome di un tessuto si riferisce al suo aspetto visivo. ll che contraddice francamente quanto appena affermato (giustamente) dalla Critica e cioè che "ogni motivo dei kente ha un nome... che allude a proverbi, concetti etici, valori morali, codici sociali"... e niente affatto al suo aspetto visivo.
Più oltre: "i tessuti sono costituiti da 22/24 strisce per i re e di 10/12 strisce per quelli da donna"... dal che si potrebbe dedurre che il kente è indossato o dai re o dalle donne... regine o che altro? non si dà un terzo caso? In realtà, oggi il kente lo si vende al mercato ed è uno status symbol della borghesia.
Infine: "quando arrivarono le cotonate in seta dall'Europa, (i kente) furono realizzati in seta". Non saprei se queste "cotonate in seta" (con quanto le precede) siano da attribuirsi alla Critica o al Curatore... Comunque sia, è noto che, prima che riciclassero le pezze di seta sfilandone ogni filo, gli Africani filavano e tessevano sete di bachi selvatici.
Curatori e Critici a parte, è senz'altro da vedere questa mostra, dove i tessuti (appunto) parleranno da soli. Oltre ai tessuti, c'è anche il video: "Africa. I tessuti parlano", di M. Giovanna Parodi da Passano. Visto che il titolo di questo video è quasi identico alla mostra, Parodi è certamente quella che, lavorando in questa stessa esposizione, ha pure in qualche modo, studiato sul campo il linguaggio dei tessuti in Africa Occidentale. Dunque, andate al museo Pigorini e magari raccontate a Tessimilia che cosa ve ne è parso di questo "Mari Capable (marito valido)"... e magari delle collezioni etnologiche del Mago Gesuita.
Sono gradite anche le foto, specialmente se abusive.
Grazie
Wm Gi
11 lug 2001

Mari Capable, Africa - i tessuti parlano".
Museo Pigorini di Roma, fino al 30 settembre. Orario dalle 9 alle 20 tutti i giorni (?)
http://www.pigorini.arti.beniculturali.it.

poi qualcuno l'ha visto...


sul tema "Mari capable" e cotonate africane. In riferimento all'articolo,
ecco un bel link con qualche immagine:
http://www.metropolismag.com/html/content_1200/ent.htm
Cari saluti, Paolo Rinaldi


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