Nei pressi del castello della
Triana, in comune di
Roccalbegna (GR), funziona da più di due anni un museo
sperimentale di arte contemporanea. Siccome è sempre aperto
si chiama MUSEOAPERTO
e ha sede in un casale chiamato "le Chiuse". Questo
casale fa parte dell'immenso patrimonio di una detta "Opera
Pia", il cui nome ufficiale è Società Esecutori
di Pie Disposizioni in Siena IPAB (istituzione pubblica di
assistenza e beneficenza). Ora questa "Opera Pia" cita
in giudizio il precedente inquilino: Luciano Ghersi,
artista tessitore.
Infatti, quel casale che ora ospita il museo, fu affittato
nel 1983 a Luciano Ghersi che, dopo anni di di abbandono, recuperò
quest'immobile come studio di arte e tessitura. Dopo 15 anni di
attività, nel 1999, Ghersi lascia questa sede celebrando
il suo trasloco con la Festa dello Sgombero,
cui intervengono i principali esponenti delle locali istituzioni
culturali (Vedi anche:
Il Tirreno, 5 marzo 1999 "Laboratorio di Ghersi aperto a
tutti").
Alla festa, ci si interroga sulla sorte del casale, perché
l'Opera Pia non concede più in affitto i suoi numerosi
immobili, che alla Triana si riducono a ruderi. Anche questo casale
finirebbe diroccato. Allo scopo di preservarlo, è subito
deciso di costituirlo come sede di una nuova tipologia di museo:
il museo aperto, alla cui direzione è nominato Luther Blissett.
Così nasce MUSEOAPERTO Chiuse della Triana. E' un museo di arte poverissima: ha soltanto
una sede disagiata, arredi essenziali, poche opere installate
e un neonato sito-Web.
Ma è tutto, sempre e subito, a disposizione degli artisti
e del pubblico, che non tardano ad arricchirlo (beninteso: culturalmente...).
Infatti, dopo appena qualche mese, MUSEOAPERTO ospita il FESTIVAL ESTIVO DELL'ARTE
DEFINIT-IVA. (vedi: catalogo "Toscana delle Culture",
Accademia Amiata 1999; vedi
anche: Tirreno, 5 marzo 1999, "Il curioso festival della
Triana, dove c'è spazio per ogni arte"). Da allora,
molti hanno visitato, meditato, lavorato o pernottato a MUSEOAPERTO.
C'è chi lascia un messaggio, chi un'opera, un pacchetto
di pasta o di caffè. C'è chi da una rassettata e
nessuno ha rubato mai nulla. E' soltanto scomparsa l'inutile chiave
di un ingresso che ormai, non si chiude...
Se la Pia Istituzione avesse voluto apertamente chiudere
il museo, nulla e nessuno le avrebbe impedito di mettere all'ingresso
una nuova serratura o piuttosto murarlo. Invece, dopo più
di due anni di vita del museo, oggi l'Opera Pia intima a Ghersi
(precedente inquilino) di sgomberare il casale, e pure gli chiede
un affitto per questi due anni. Ma Ghersi ha già sgomberato
pubblicamente dal 1999, e già allora notificò all'Opera
Pia sia la propria partenza che il destino museale dell'immobile.
Inotre, la Pia Istituzione ora esige persino le precedenti quote
di affitto, che Ghersi cessò di pagare già dal lontano
1997. Ghersi aveva infatti da anni notificato al Pio Ente la sua
condizione disagiatissima di artista sperimentale, meritevole
piuttosto di un contributo o almeno di locazione gratuita. Si
era pure offerto di ricambiare con le proprie opere, non prive,
già all'epoca, di una qualche quotazione. In assenza di riscontri
positivi, interruppe ogni pagamento.
Non è certo se l'Opera Pia stia agendo per automatismo burocratico o oscurantismo culturale. Certo è che, il prossimo 29 maggio, nel tribunale di Grosseto, si intima
a Ghersi lo sfratto da una casa che è ha lasciato da anni.
Gli verrà pure ingiunto di pagare 11 milioni e mezzo di
fitti arretrati, più interessi legali, spese e onorari
di causa (vedi: atto legale).
In realtà, oltre a fare dell'arte senza ricevere alcun
contributo, Ghersi ha impedito per 15 anni il degrado di un rustico
altrimenti abbandonato. A al momento di lasciarlo, ha contribuito
alla pubblica fruizione di un bene altrimenti destinato al degrado.
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AGGIORNAMENTI: 5 giugno 2001
novembre 2001