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reports

Giubileo
del tessuto
nobiliare,
clericale,
accademico...

Diciamo subito che è assolutamente da vedere, questa mostra vicentina di tessuti tra il 1.500 e il 1.800. Pezzi di epoca e provenienza varia, soprattutto spagnola. Ciò che li accomuna è soprattutto l'operazione archivistica di schedare le sacristie di due diocesi siciliane (Caltanissetta e Piazza Armerina). Ci si trovano soprattutto dei tessuti preziosissimi che, una volta dismessi dai nobili, venivano riciclati dal clero, con effetti di patchwork, talvolta curiosi e irriverenti. Ci si aggiungano sopra ricchissimi galloni (che servivano pure a nascondere la sutura tra pezze differenti) e magari, i rutilanti ricami delle suore di clausura, con perline di corallo e paillettes. Riassumendo: l'eccesso tessile allo stato puro. In 150 pezzi, per sole 10.000 lire e, per di più, in quella sede altamente psichedelica che è la basilica palladiana di Vicenza.
Disponibile quotidianamente dalle 9 alle 17, questo estremo godimento è in pratica fruito, in un sabato pre-natalizio, da 20 persone. Come mai può succedere ciò? Eppure, la mostra è pubblicizzata doviziosamente. Non per nulla, gode dei fondi del Giubileo, è promossa da Regioni, Comuni, Assessorati e Curie vescovili sia venete che sicule. Inotre, è sponsorizzata dalla Banca Popolare di Vicenza, dalla Fiera di Vicenza, dall'Associazione Industriali Vicentini, dalle assicurazioni Progress e persino dall'Amaro Averna (questa nostra citazione è del tutto gratuita e puramente esplicativa).
 Lo scopo di un "evento espositivo" non è sempre la visita del pubblico. Una mostra può essere anche l'occasione per esporre ritratti di politici (vedi Giornale di Vicenza 01/09/2000), per affiggere in città nomi di sponsor, per compilare (come catalogo) volumoni altrimenti impubblicabili e così consolidare sodalizi accademici di esperti (nella fattispecie: Storia medievale e Moderna, Facoltà di Messina).
Il sospetto che il pubblico sia un mero epifenomeno è consolidato dall'impianto della mostra, che è assolutamente ermetico, per chi non abbia qualche nozione di tessitura, o di storia del costume o, perlomeno, di storia moderna. Infatti, oltre ai tre cartelloni (in fitto e puro testo) che piantonano l'ingresso, l'unico ulteriore riferimento ai reperti tessili è un classico volume dell'Encyclopedie settecentesca, squadernato alla figura di un telaio. L'amante delle visite guidate, può però farsi spiegare un telaino da tavolo per campioni e anche un telaino per arazzi... due attrezzi che hanno poco a che fare con la tessitura dei pezzi in esposizione (velluti, damaschi, broccati e vari operati). Per la concomitante "didattica museale", vedi in Tessimilia il Report: "Come rendere odiosa ai bambini la tessitura"
Una mostra che ambisce di rivolgersi agli specialisti, farà pesare soprattutto il suo catalogo: che infatti è di 3 kg e 700 gr. Non è chiaro dal colophon, quanto sia originale e quanto si ricicli da precedenti cataloghi. In effetti, molte foto dei tessuti sono ottime, molte altre fanno pena davvero. Anche qui, si cercherebbe invano l'illustrazione di un telaio o di un tessitore: nient'altro che i reperti tessili e le pitture d'epoca con i nobili e/o il clero al lavoro (per così dire). D'altra parte, questo è un libro per esperti e gli esperti sono in genere storici dell'arte. Siccome l'arte accademicamente studiabile è principalmente la pittura, gli storici d'arte si occupano soprattutto di riscontrare e confrontare le figure. Inutile perciò, cercare le strutture ovvero i disegni di armature tessili.
D'altra parte, il potere dello storico si basa sull'arruolamento dei conclamati beni culturali. Perciò il maggiore spazio del catalogo è occupato dalle schede di archivio dei pezzi repertati. La descrizione iconografica è ovviamente impeccabile (basterebbe, per altro, guardarsi la foto), si risconta invece qualche inciampo nelle descrizioni tecniche. Per esempio, il liàge delle trame è invariabilmente definito "reprìs", anche quando è inequivocabilmente "plaqué".
WebMaster Gi 13/12/2000

Magnificenza nell'arte tessile. Vicenza, nel salone della Basilica Palladiana fino al 14 gennaio 2001 orario 9.00-17.00 da martedì a domenica. Ingresso L. 10.000, ridotto 7.000.
Catalogo L. 140.000 (in mostra: 60.000)
Info: Studio D.C.R. & C. tel. 0444-544852 dcrvi
  gpnet.it
COMUNICATO STAMPA
UN OTTIMO SERVIZIO SU: http://www.deagostini.it/dea/arte/tessile.html


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