Mentre alla
cinquantesima Biennale si sgomita per far
parte del gotha, c'è chi ha voglia di far circolare idee
su due ruote in nome di un'arte [non arte] non inquinante. E
in buona compagnia con quei "sovversivi" dei ciclisti.
SU ALTRE PAGINE di questa nostra Carta Oziosa e Faziosa, Gabriele
Perretta vi dà qualche dritta per orientarvi e/o incazzarvi
in merito alla cinquantesima edizione della Biennale di Venezia.
È suo dovere andare, vedere, commentare, stroncare, salvare,
recuperare il recuperabile, egli è un critico. Io no,
io mi astengo, mi astraggo, mi distraggo seguendo il tracciato
della vita reale, e sappiamo quanto l'arte se ne discosti, dalla
vita, checché ne pensasse o facesse Gabriele D'Annunzio.
Insomma mi ritraggo da queste kunstmesse da requiem eterna dona
a loro oh Signore, da queste kermesse in piega, perciò
seguo l'esempio empio dei pochi che non si sono persi dietro
al miraggio dell'ingaggio, dietro all'ingranaggio perverso che
ti fa sperare di riuscire, un bel giorno radioso, a essere ammesso
nel circolo omertoso di quelli che alla Biennale ci vanno non
come semplici visitors, ma come invitati, come espositori, come
artisti protagonisti.
Arteinbici invita a disertare
e pedalare, esorta a praticare una deriva ciclistica invece di
perseverare sulla cattiva strada divistica.
Da
Jarry a Picasso a Duchamp, giù giù fino a Schifano, la bici
è stata fonte d'ispirazione; che ora diventi fonte di
traspirazione!
E di cospirazione, stando almeno a quanto sosteneva il criminologo
paranoico Cesare Lombroso: "La bicicletta
è il veicolo più rapido nella via alla delinquenza
perché la passione del pedale trascina al furto, alla
truffa, alla grassazione".
In linea col pensiero di Critical mass, gli amici di Arteinbici [chiunque può decidere di esserlo]
intendono restituire all'arte e alla non-arte un contatto informale
col pubblico stradale, puntano ad affrontare il proprio destino
seduti su un sellino, a far circolare idee su due ruote, a creare
una scatena di trasmissione dell'immaginazione, a dare insomma
voce a un'arte non inquinante.
Il traffico siamo noi, solo noi possiamo sbloccarlo e emanciparci
dal suo giogo, fare un altro gioco.
Andare a zonzo senza meta, senza Lancia Beta, liberi come una
cometa, è un'ottima terapia per mettere a tacere lo stronzo
che è in noi, quello cioè condizionato dai media,
dalla pubbli, dalle multi, dalle mostre infernali, dalle ballerine
e dai nani, dalle biennali, da Francesco Bonami [il suo curator
di laguna].
www.hypertextile.net/ARTEINBICI dove potete scovare, prima ancora
che su Vogue e su Carta, le primiere immagini della sfilata Ciclostumistica Primavera-Estate [anche
se ormai è acclarato e accaldato che non ci sono più
le mezze stagioni né le religioni no quelle ci sono ancora,
specie nella loro accezione fondamentalista].
Per par condicio, ci tocca di segnalare che, sul fronte opposto,
sul versante delirante degli aficionados delle inaugurazioni,
delle abluzioni di folla, delle frequentazioni vippesche, il
sito di Exibart [www.exibart.com] ha offerto nientepopodimeno
che la PresenziaLista, ovvero l'infinita, prolissa, inverosimile
nota degli appuntamenti, dei vernissaggi, dei rompimenti di coglioni
che attirano gli artisti come tanti mosconi attorno alla merda,
merda d'artista, ben inteso!