Molte tele del Rabata
hanno per soggetto vedute di Cogollo del Cengio e perciò
rappresentano la crescita organica delle sue dimore. Le case
prima crebbero nelle forme tradizionali, dovute all'addizione
di nuovi corpi (in pietra).Crebbero poi con il superfetare forsennato
di vanetti pensili e balconi (in forati o in blocchi).
Come edile, l'impresario P.G. Dal Zotto è un artefice
entusiasta di consimili trasformazioni, che magari poi riprende
come artista (il Bepi Rabata pittore) a soggetto dei suoi dipinti.
Lungi da lui perciò, qualsiasi nostalgia, qualsiasi intenzione
pittoresca di scorci paesani tradizionali. I suoi quadri sono
elaboratissime e minuziose istantanee che non escludono nulla:
alla finestra ci sono i personaggi dell'epoca, sotto casa le
loro automobili.
Come minimo, dunque, dei documenti storici, per quanto
spietati e commossi.(...)Al di là di eventuali appartenenze
paesane, ci si vede una storia per lo meno europea. Ma c'è
ancora di più: le case costruite e poi dipinte dal Rabata
pittore-muratore ci fanno guardare anche dentro di noi, laggiù
dove si fonda l'archetipo di "casa". L'archetipo
che osiamo disegnare soltanto da piccini, col tetto rosso a punta
e il comignolo che fuma.
Estratto da "Prime
note..."
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