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Dal sogno del cavallo al poncho di Leopoldo nota

handwoven PONCHONella piazza del Sale c'è una bottega di tessitura, sta preparando un poncho per il Granduca. Siamo a Grosseto, nella calda estate del 1995. Il granduca è Leopoldo di Lorena, detto Canapone: quello che sta in mezzo alla piazza del Duomo a far da monumento. Il Granduca di marmo sta soccorrendo il suo popolo ignudo: è lì che schiaccia un rettile malefico, quasi fosse san Giorgio o la Madonna. Vuol dirci che ha debellato la malaria.
Chissà se al Granduca gli piacerà, di mettersi in poncho? Non era, proprio questo, il costume del suo acerrimo nemico, di quel Garibaldi? Alla Bottega del Sale, i tessitori intanto lavorano. Gli artisti hanno sempre lavorato per il potere: tutti ricordano quel famoso vestito per l'imperatore, che poi non esisteva. Però il popolo disse che non fu un imbroglio, anzi: si divertì molto e in fondo, s'imparò anche qualcosa. Certo, quel vestito invisibile costava un po' caro allo Stato. Ma tanto, tutti quei fiorini, loro non li avrebbero mai toccati lo stesso.
La nostra moderna tecnologia può produrre rappresentazioni quasi perfette: realtà virtuali. Così oggi l'artista è libero di assumersi anche dei compiti nuovi. L'arte può concentrarsi di nuovo sulla costruzione di situazioni concrete piuttosto che sul perfezionamento di rappresentazioni astratte. Ogni rappresentazione ha sempre questo difetto: che la cosa in se stessa lì non c'è, altrimenti non ci sarebbe alcun bisogno di rappresentarla.
Comunque sia, questa trovata di vestire i monumenti risale molto avanti Christo, quell'artista famoso che ultimamente ha fasciato il Parlamento di Berlino. Le antiche statue erano addirittura costruite in modo tale da appenderci addosso ornamenti ed offerte, secondo le situazioni e le feste. In Oriente, le reliquie dei Santi scompaiono all'interno di successivi rivestimenti, che nei secoli son diventati volumi monumentali.
Il lavoro di Christo però, si è ispirato piuttosto al famoso ritratto di Isidore Ducasse, costruito da Man Ray. Questo ritratto non era né una statua né un dipinto: consisteva semplicemente in un pacco chiuso ed informe, che non rappresentava per nulla l'aspetto fisico di Isidore Ducasse. Nessuno conoscerà mai com'era fatto realmente Ducasse: lui non era Granduca di Toscana ma solo Conte dell'Altro Mondo. "Le Comte de Lautreàmont": il più grande poeta dell'800.
La Bottega del Sale oggi a Grosseto, approfitta di tutte queste esperienze del passato, compreso l'ultimo lavoro di Benetton sull'obelisco parigino che, per la giornata mondiale contro l'Aids, fu ricoperto da un grande preservativo.
La lezione più fondamentale però rimane quella popolare e anonima, che viene offerta sul monumento di Giuseppe Verdi a Trieste. Ancora oggi, nei giorni di bora, mani pietose ed ironiche si incaricano di cingere il collo di Giuseppe Verdi con una sciarpa colorata. Pare che storicamente, il Maestro fosse freddolosissimo. Quando veniva a Trieste per lavoro, si lamentava sempre della bora. Questa, una volta gli fece volar via tutti gli spartiti di un opera, che non fu poi mai più ritrovata: la mitica Sconosciuta di Verdi. Ma sotto sotto questa avversione di Verdi per la bora, c'era anche un motivo politico. Infatti il ventaccio arrivava dall'Asburgica Vienna, mentre lui faceva da testimonial ai Savoiardi. Ai suoi tempi, sui muri, ci trovavi scritto: "W V.E.R.D.I.", che voleva dire "Viva Vittorio Emanuele. Re D'Italia".
Oggi a Trieste, l'infreddolito passante può anche non cogliere questi riferimenti storici, quando è solo a combattere col vento, attraversando la piazza dove ogni legame sociale sembra sospeso. Quella sciarpa svolazzante, gli offre un messaggio immediato, diretto al suo corpo, ma condiviso con tutti i suoi simili, dapprima isolati, nell'agorà spazzata dalla bora. Così l'intervento umilissimo, neppure firmato, sul monumento si fa cultura, linguaggio comune.
E il poncho del Granduca, allora? Visto da lontano, fa proprio glamour: è tutto colorato, lucido e appariscente. In realtà, basta toccarlo per vedere che è tutto tessuto con materiali di scarto. Infatti i telai a mano della Bottega del Sale stanno intramando rifiuti, raccolti in giro per le spiagge della Maremma. Sono brandelli di reti da pesca, cime da barca, e chissà che cos'altro: tutti quei materiali sintetici che il mare non potrà mai digerire.
Vengono esclusi soltanto i reperti di sicura provenienza francese, in adesione al boicottaggio contro le esplosioni nucleari nell'Oceano Pacifico, a Mururoa. Questi ultimi rifiuti verranno cortesemente restituiti all'Ambasciata di Francia. La Bottega del Sale non può che essere amica del mare: anche il sale proviene da lui.
Chi sta lavorando in questa Bottega del Sale, è un mastro tessitore insieme con i suoi aiuti. Proprio come succedeva una volta, in Cappella Sistina, prima delle leggi moderne sull'apprendistato. Anzi, ancora peggio: durante tutta una settimana, qui tutti lavorano gratis dalla mattina alla sera, anche il maestro.
Nessuno li paga e questo loro lavoro non sarà mai messo in vendita: non è una merce. Di conseguenza, secondo i parametri attuali, probabilmente non si può nemmeno definirlo opera d'arte. Il valore di questo lavoro è dunque da ricercarsi altrove. Il mastro e gli aiuti non si erano mai incontrati prima. Quasi tutti gli aiuti non avevano mai adoperato un telaio, ora incominciano a conoscerlo e a conoscersi.
E' la calda estate del 1995, stagione di vacanze intelligenti. La Bottega del Sale a Grosseto, quest'inverno non esisteva. Sulla piazza del Duomo, tirava un maestrale che sembrava la bora che intirizzisce Giuseppe Verdi assieme ai triestini. Era la vigilia di Natale e le luci del grande albero danzavano impazzite. Da un negozio caldo all'altro, la gente correva nel gelo senza fermarsi. Ma sulla piazza, il granduca non era da solo. Gli si erano accampati vicino dei mastri d'arte. Sembrava un presepio, con tutte le statuine dei mestieri. Però erano vivi, solo un po' congelati, con i loro fagotti dei doni. Non capitò neanche un angelo, sicché non vendettero nulla. Una ragazza suonava il violino.L'estate sta finendo.
Se finirà con l'estate anche la Bottega del Sale, il prossimo Natale, Grosseto resterà senza presepio.

*) "Il Sogno del Cavallo": titolo della manifestazione-contenitore


STORIE DE Il PONCHO di Leopoldo II
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Il Corso o Bottega
CENSURATO CANAPONE

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