Liquido
e Lucido in Bici
Era già tardi e
pioveva abbastanza,
un ciclista tornava verso casa:
scorreva assieme all'Arno
dentro la metropoli.
La pioggia faceva il solletico al fiume:
lo spezzettava
come un lungo mosaico
con mille sante aureole di lampioni.
Nel bizzarro paradiso
bizantino,
apparve una vergine pista ciclabile:
il lungo marciapiede del Lungarno,
deserto, senza bipedi ad ombrello.
Solo il ciclista abusivo e beato
possedeva la vergine corsia.
Nel basso inferno del
fondo stradale,
ringhiavano i dannati del motore.
Non potevano assalire più il ciclista,
perché la bici fluìva implacabile
esattamente
come il fiume e la piaggia.
Dante Alibici,
FI 2003
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Firenze
ripudia la Bici