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Obiettivi di AFEVOR |
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| AFEVOR promuove la qualità
e la diffusione del KENTE: la tessitura
a mano tipica del Ghana e di altre zone nell'Africa Occidentale.
In particolare, la tessitura del kente è tuttora ampiamente
praticata tra il popolo Ewe, nella regione costiera del Volta,
in Ghana. Questa arte artigiana è una fonte di reddito
per tanti villaggi ma è anche un fattore indispensabile
nella identità culturale degli Ewe, oltre che di altri
popoli e individui, Africani e Afroamericani, che prediligono
il kente tessuto dagli Ewe. Il kente è un patrimonio culturale dell'intera umanità (riconosciuto come tale pure dall'Unesco, che ne progetta appositi Musei). I capolavori tradizionali del kente sono già altamente quotati sul mercato antiquario internazionale ma siccome quest'arte è tuttora vivace, essa sviluppa sempre nuove creazioni. Questa produzione contemporanea merita bene di essere incoraggiata e diffusa nell'abbigliamento e nell'arredamento internazionali, confezionando nuovi articoli e modelli. |
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| Il sistema commerciale della moda può anche inglobare qualche sorta di kente,
a condizione di imporre le inevitabili mistificazioni dei suoi
stilisti, prestigiosi e presuntuosi. Se ciò avvenisse,
il sistema della moda travolgerebbe il sistema creativo e produttivo
degli artigiani... per abbandonarlo a fine stagione. Infatti
la moda deve, per forza, cambiare... e i consumatori del kente
alla moda obbediranno alle nuove tendenze, consacrate dai arroganti
rituali pubblicitari. Ma c'è pure chi ha il coraggio e la fantasia di abbigliarsi, di arredare la casa, con stoffe alternative al sistema della moda. Afevor intende raggiungere tutte queste persone, con una proposta che è estetica e pratica, ma che è inoltre etica, interculturale e tutto sommato: "politica", nel senso più nobile ed ampio del termine. |
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| La promozione di articoli eccellenti, creati a regola d'arte, è già in
sé una scelta politica: altrimenti si scade nella vendita
per beneficenza. Chi compra Afevor farà certamente campare
un po' meglio qualche "povero tessitore dell'Africa"
... ma non riceve in cambio un oggettino qualsiasi, di cui sbarazzarsi
alla prima occasione! Piuttosto, ha deciso di spendere, forse
di più rispetto al supermaket, certamente di meno rispetto
alla boutique. Ha speso comunque, sempre di meno, perché
ha un prodotto che durerà nel tempo. L'uso infatti non
degrada ma migliora queste stoffe, rendendole sempre più
morbide. E poi non c'è pericolo che il kente vada mai
fuori moda... è sempre fuori moda, dal principio e per
principio! Sarà un consumatore responsabile, chi decide di acquistare questi tessuti, fatti a mano da poveri del mondo. Gente povera ma ricca, di cultura, umanità e allegria, che lavora con arte nel cortile di casa, tra bimbi e galline attorno al telaio. Tessitori instancabili che però si interrompono, se c'è da celebrare un funerale, dove tutti ci si incontra per danzare. Perché i morti vanno rispettati: ci hanno trasmesso vita e cultura, inclusa questa arte del tessere. |
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| Il progetto di AFEVOR nasce in
un villaggio del Ghana:
Klikor, tradizionale centro di tessitura e cultura africana
tradizionale (che son due campi strettamente collegati). A Klikor si trova il centro studi
e museo Blakhud Research Centre, che
accoglie studiosi da ogni parte del mondo, i quali si accostano
alle arti, alle scienze e alla spiritualità del popolo
Ewe. "AFEVOR" significa "stoffa di casa" in lingua Ewe, in opposizione al termine "Asivor", che significa "stoffa da mercato"; tanto eccellente è la prima, che è riservata ai corredi di pregio, quanto è dozzinale la seconda, di uso effimero o turistico. Vedi la mostra Hand-in-hand Weaving (tessitura a mano-nella-mano) tessitura a mano e cultura di un villaggio Ewe nel Ghana tradizione e sviluppo solidali. Accra, GHANA, 2003 |
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| Il prgetto di Afevor ha stabilito regole d'arte
per garantire l'eccellenza dei prodotti. Riferendosi alla collezione
tessile nel Blakud Museum e all'autorità dei tessitori
anziani, si sono fissati parametri tecnici e merceologici come
la qualità di tinture e filiati, la riduzione dell'ordito
nel pettine, la battitura della trama, la regolarità delle
cimose, l'accuratezza nell'assemblaggio e nella confezione. L'etichetta
di certificazione.si applica solo a queste condizioni. Però tutto questo non basta, perchè ogni tessitore, per quanto provetto, è pur sempre un povero artigiano. Raramente lui potrà anticipare tutti i soldi che sono necessari per acquistare i filati di buona qualità. Nell'attesa delle rare ordinazioni di "afevor", la stoffa pregiata, il tessitore è normalmente costretto a investire il suo magro contante nell'acquisto di un filato scadente, sempre a prezzo di dettaglio. Lo tingerà sommariamente con qualche polverina e ci tesserà in fretta e furia un prodotto scadente insomma: un "asivor". |
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| Per spacciare l'asivor, stoffa scadente, il tessitore deve anche
spendere una giornata sul mercato del villaggio, in concorrenza
con i propri colleghi e alla mercè
di spietati mercanti. Questi incettano
tutto, al minor prezzo possibile, per rivenderlo all'ingrosso
nella capitale, in Nigeria, in Costa D'Avorio, addirittura negli
Stati Uniti. I destinatari di questa produzione sono africani
e afro-americani che hanno bisogno di bel costume nuovo da sfoggiare
per una cerimonia. Un sociologo potrebbe sbizzarrirsi, analizzando il comportamento di questa non trascurabile fascia di consumatori: anche loro, come i nostri tessitori di Kente, sono insieme tradizionali e contemporanei. Infatti obbediscono all'impulso globale del consumismo nell'abbigliamento però si rifieriscono a modelli differenti dal sistema globale della moda... Un altra fetta di mercato non riguarda i costumi tradizionali ma è le sciarpe-ricordo che portano intessuto un nome di College. Queste sciarpe vengono indossate dagli studenti Nord-americani di ogni colore, nelle cerimonie di consegna dei diplomi (graduation day). Si fanno ovviamente ordinazioni preventive ma pure non si pagano troppo: si tratta pur sempre di tessuti "usa e getta" che, una volta lavati, stingeranno per sempre. |
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| Dato il contesto socio-economico
appena descritto, qualsiasi marchio
di qualità sul Kente prodotto, sarebbe un espediente teorico
e privo di qualsiasi applicazione. Perciò il progetto
Afevor si incarica pure di organizzare
la produzione, acquistando all'ingrosso
i filati (esclusivamente in cotone, coltivato e filato localmente)
e procurando gli strumenti adeguati (come il pettine in canna
a riduzione classica, che altrimenti sarebbe quasi introvabile). Afevor si occupa inoltre della progettazione, sia dei tessuti, che di nuovi modelli di abbigliamento, accessori e arredamento. Ha appena stabilito un primo campionario, su richiesta di Commercio Alternativo, che è la maggiore rete in Italia nel campo del commercio equo-solidale. Per l'occasione, si è composto un marchio originale, che è broccato a mano in tessitura, a intervalli regolari su ogni telo. Questo motivo grafico non si adegua soltanto alla moda della griffe! ricalca pure il ritmo più tradizionale delle figure Adanu, armonicamente disseminate sul fondo uniforme del Kente. |
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| L'offerta di Afevor non si limita al settore del commercio equo. Tra l'altro, ha l'obiettivo di fornire i moltisimi "Back Shop" gestiti e frequentati da immigrati africani. Infine, si potranno ordinare su Internet articoli confezionati o anche solo tessuti, collegandosi al sito www.afevor.com . Poiché ogni procedura produttiva resta artigianale come in tradizione, qualsiasi privato amatore potrà così ordinare anche un solo pezzo unico, scegliendo il suo tessuto tra un centinaio di disegni classici in collezione del Blakud Museum (già catalogati e su internet) o tra le nuove creazioni registrate (come ad esempio, le variazioni inedite sui due classici motivi Ehiyanega e Tsinata). Anche il privato cliente potra suggerire colori, accostamenti e motivi di suo gradimento, sviluppando così, su scala globale, il tradizionale rapporto diretto tra il tessitore e il suo committente. | |||||
| Così miglioreranno innanzitutto
le condizioni economiche di tanti artigiani,
sia tessitori che sarti, che potranno esercitare un lavoro più
equamente retribuito, senza essere costretti a lasciare l'ambiente
sereno del proprio villaggio. Oltre che impresa economica, la tessitura è anche è un fattore essenziale per la trasmissione della cultura: il Kente è ovviamente un costume indispensabile per le celebrazioni rituali, ma è anche un arte visiva che viene apprezzata dal popolo intero. Infine è un sistema pedagogico: nei villaggi tutti imparano a tessere fin da bambini, assistendo i parenti più grandi. Anche questa poi non sarà la loro effettiva professione, l'apprendimento della tessitura ftessitura è considerato una formazione umanistica. |
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In conclusione, l'acquisto di un articolo Afevor non è soltanto un atto di consumo responsabile "per aiutare i poveri dell'Africa" è anche una scelta inter-culturale. Rispetto ai telai da tessitura, che ci è mai capitato di incontrare, il telaio africano sembra un piccolo attrezzo dalle prestazioni limitate. Ma più lo si conosce, più si rivela grande... Luciano Ghersi, Klikor 2004 - Firenze 2005 |
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