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"Erotide" non significa nulla di erotico: è soltanto la parola "editorE" scritta a rovescio. E' letteralmente e sostanzialmente il contrario di un editore.

Storicamente, ho avuto il piacere di scrivere vari libri e libriccini, senza sentire per questo il dovere di cercare e (probabilmente) pagare, alcun editore che me li stampasse e distribuisse (improbabilmente) nelle librerie. Così fotocopiavo i miei scritti e li confezionavo in volumi. Quale che fosse il loro contenuto, questi volumi, variamente rilegati, assumevano l'aspetto di libri, ingannando acquirenti e/o lettori, nonche rari sponsor e/o amministratori. In realtà, si trattava di falsi: da circa 5 secoli, i libri veri sono prodotti industriali, i miei erano invece fatti a mano. Non inventai nulla di speciale: mi sono comportato esattamente come tanti pittori di insegne del 3° Mondo, che dipingono a mano i cartelloni della Coca Cola per dare prestigio a miserabili bar o ad ancor più miserabili chioschini.

I miei libri falsi mi consentirono di farmi leggere da qualcheduno nonché di crearmi di una bibliografia. Come è noto, il prestigio di ogni autore è dato dal numero delle sue pubblicazioni, così come il prestigio di un pittore corrisponde alla lista delle sue esposizioni. Il best seller "No Logo" di Naomi Klein, ha attestato l'ignobile dittatura del marchio. La dittatura del libro stampato è però, meno evidente. Il carisma che gli da l'edizione non è ricondotto all'ignobile origine: all'identico potere economico che afferma sia le bibite che i prodotti culturali. In questo mondo laico e democratico, l'imprimatur (il "permesso di stampare") non è più privilegio della Chiesa o del Sovrano... è però privilegio del Capitale. In sostanza, ogni libro che venga stampato lo deve a qualcuno che ci abbia investito i suoi quattrini per pagare grafici e tipografi. Chi investe è qui editore, lo sponsor pubblico o privato o, nel peggiore dei casi, l'autore medesimo.

Con il benedetto "Avvento di Internet", ho preferito infine, rinunciare alla onerosa attività di falsario editoriale. Da allora, di norma, diserto le copisterie e mi affido a un editore ancora più virtuale: www.hypernextile.net/EROTIDE. Da allora, se qualcuno vuol mai leggermi, può accedendere immediatamente uno schermo... che è un'altra mediazione, ma non peggiore delle copisterie, mi costa ancora meno ed è più accessibile. Chi ancora preferisca il fascino discreto della carta, potrà stamparsela per conto proprio e così sarà complice, lui, della eventuale deforestazione. Altrimenti, potrebbe ricorrere ad eventuali volumi invenduti (o non regalati) del'antico e glorioso Erotide, editore a rovescio e in fotocopia... ma di tratta di pregiate rarità. Tanto peggio per i poveri lettori. Del resto, il piacere di scrivere è ancora più raro e, sia il lettore pure virtuale, è pur sempre reale l'autore... sebbene lui realmente non coincida con il mio personale soggetto anagafico.

PS
C'è sempre un post scriptum...e pure una eccezione. Qui, due.
L'Essere e il Tessere"L'Essere e il Tessere", ebbe due edizioni in fotocopia, con il logo pesudo-editoriale di "Urtext", l'immediato precursore di Erotide. Fu poi sottoposto alla "Loggia Dei Lanzi s.r.l." per una reale (cioè: industriale) edizione. Qui mi diverte ricordare la preoccupazione dei Lanzi per ii diritti di "Urtext". Questa singola parola in calce al frontespizio aveva ingannato quei veri (?) editori, che presero per libro il mio miserabile fascicolo di fotocopie in formato A4. Rassicurati quei "veri" editori sulla natura di "Urtext", L'Essere e il Tessere"divenne un autentico libro, registrato in Biblioteca Nazionale con il codice ISBN 88-8105-043-9.
La Vera Storia di David LazzarettiPoi ci sarebbe "La Vera Storia di David Lazzaretti", che uscì nel 1998 per i tipi di Stampa Alternativa, cioè per quel bel tipo di Marcello Baraghini, nella mitica collana "Millelire". Anche questo sarebbe un vero libro, stampato cioé, però non saprei se abbia un codice ISBN perché adesso non ne trovo alcuna copia. Per di più, mi pare che l'Unesco abbia statuito internazionalmente di attribuire la qualifica di "libro" agli stampati di almeno 100 pagine. Ogni libro Millelire però ne ha 36. Se il suo formato fosse dimezzato, raggiungerebbbe le 72. Dividendo il formato per 4, farebbe 144 mini-pagine: più che sufficienti per dichiararlo libro. Ma oramai è troppo tardi...
Passando al contentuto del libro (se mai tale dovese ritenersi), racconta la vita di David Lazzaretti, il profeta popolare, religioso e sociale, di fine '800, nativo di Arcidosso in Monte Amiata. Fu assassinato dalle forze dell'ordine ma assurse, dopo un secolo, allo status di "bene culturale". Come tale, è attualmente sottoposto a custodia. Certi "Agenti di custodia" dei beni culturali lo rinchiusero in un apposito Istituto: ll "Centro Studi David Lazzaretti", che ha un archivio accessibile solo a pochi accademici o, piuttosto, ai loro schiavi acreditati. Non di meno, anzi proprio per lo stesso motivo, l'Istituto può accedere alle casse del pubblico erario.
La nostra umilissima pubblicazione non presumeva alcun carisma storico-antropologico: consisteva nel fedele riassuto di un poema epico popolare, dovuto alla incoltissima penna di Angelo Pii, contemporaneo e discepolo del Lazzaretti. Era insomma, una sorta di "Bignami'", che venne distribuito nelle locali edicole e tra le bancarelle del mercato di Arcidosso, con lo slogan "Lazzaretti a 1000 lire!'. Logicamente, suscitò la fiera opposizione dei tenutari del "Centro Studi David Lazzaretti". Essi allora cancellarono il pubblico incontro "a palazzo" con autore ed editore del famigerato libello, i quali furono allora costretti ad improvvisare un altro appuntamento, in assai più conviviale osteria. L'appuntamento ufficiale era però già fissato e stampato. A futura gloria e memoria, lo attestano catalogo e programmi della Accademia Amiata (Toscana delle Culture, Portofranco ecc.). Non ho rievocato il piccolo episodio per segnalare certi accademici ed amministratori comunali, peraltro democratici e di sinistra osservanza... mala gente non merita menzione. Volevo qui ribadire soltanto che l'oggetto culturale a nome "libro", per ottimo che che sia di contenuto, può avere un immangiabile contorno...

Luciano Ghersi, Firenze, Luglio 2002


Febbraio 2004
PPS
C'è pure un post post scriptum...e una terza eccezione. Africa Breve si ristampa su carta, dopo 11 anni e per la terza volta:
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