Informazione accademica
su IAP - Istituto Arti Pubbliche

 ..."
Dal 1997, esiste addirittura un Istituto di Arti Pubbliche (IAP). L'attività di questo IAP è per lo più molto pratica: organizza e gestisce dei cantieri. Ha però anche una carta di Principi Fondamentali, che converrà citare. Ma prima, è necessario notare che la parola <gente> vien qui scritta con <g> singola e non doppia; non va perciò confusa col famigerato concetto di <ggente>, che è l'erede antifascista di quel <pòppolo>, espresso in doppia <p> dal Mussolini.
 Definizione, dunque:
<
Arte pubblica> significa: "una produzione estetica realizzata con la gente, tra la gente e per la gente".
<
Realizzata con la gente> significa: "un progetto realizzato con persone senza particolari competenze".
<
Tra la gente> significa: "l'ingresso ai lavori è aperto di norma alla curiosità dei non addetti".
<
Per la gente> significa: "il prodotto viene installato o eseguito in un luogo accessibile a chiunque".
 Evidentemente, L'Istituto non si è inventato nulla di nuovo: per produrre carnevali o cattedrali, sono stati sempre indispensabili mille interventi attivi, appassionati e gratuiti di "persone senza particolari competenze". Danze e cori, banchetti e funerali, decori, monumenti e architetture: le più svariate forme di arte pubblica sono riscontrabili in tutte le epoche e sotto tutti i climi.
 Tranne una sola importante eccezione: la moderna cultura economico-industriale, in cui l'arte pubblica appare confinata alle macarene o alle parate delle tifoserie dentro e fuori dagli stadi. Infatti, questa nostra cultura non favorisce le attività gratuite ma, al contrario, si fonda sulla passività dei consumi mercantili. Qui l'arte è di norma, una merce di lusso: diventa una produzione esclusiva ad opera di specialisti, la cui distribuzione andrà per canali esclusivi.
 D'altra parte, nel "pubblico" si anchìlosa quella abilità o spirito manuale, che è invece così banalmente normale in qualsiasi cultura pre-automatica (salvo eventuali caste intellettuali). Sicché, nei paesi tecnologicamente più evoluti, qualsiasi opera di arte pubblica dovrà accontentarsi delle più rozze collaborazioni. Appunto per questo motivo, per sviluppare l'arte pubblica, oggi si raccomanda di ricorrere alle operazioni più elementari"...

Estratto da: Luciano Ghersi, IL TELAIO: DA FETICCIO ANTIQUARIALE A STRUMENTO DI ARTE PUBBLICA, in: TESSERE A MANO, edizioni Università degli Studi di Camerino; Collana Camerino, città e cultura; 1999; pagg 63/78. Anche su: www.hypetextile.net/ghersi/perf-int/var-it.html

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