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Filo...Leumann 2002 e 2003


Chiara Vigo
fila il bisso
sullo sfondo del suo
"Leone fenicio"
Dal sito dell'Hotel L'Eden di Sant'Antioco (CA)


ciondolo artistico
in vetro e bisso
+
conchiglia e fibra
+
minitessile in bisso
+
fusi rituali
allo Stand di Chiara Vigo


guanti in bisso
regalati dal Vescovo di Taranto al Re di Prussia
sec XIX
Naturhistoriches Buseum, Basel, CH
Foto: S. Dabhint
La penelope del bisso
E'il titolo mediatico (Panorama, 11 gennaio 2001) di Chiara Vigo, tessitrice sarda, qui presentata come esperta di tradizioni culturali, etno-botanica e curatrice del Convegno, che quest'anno "Filo...Leumann" dedica alla fibra del bisso, ovvero ai preziosi filamenti dell'omonima conchiglia.
La Vigo ci confida che la studiosa svizzera Felicitas Mander (leggi:"Il bisso marino", Jacquard 50/2002) si è rifiutata di intervenire, affermando che l'anno del bisso sarà il 2003, quando lei stessa pubblicherà il SUO libro. Così replica Chiara all'Ego accademico della Mander: "Quella donna vuole essere ME ma il bisso, in realtà, sono IO".

Il convegno così si riduce a
"one woman show", con giornalista Rai di spalla a Chiara, che qui non è vestita come in foto ma porta (in tutti i sensi) i pantaloni. Infatti presenta sé stessa come ultimo Maestro del bisso. Non di meno, sa scuotere le viscere del pubblico, sempre incline ai temi matriarcali. Predicando la missione della tessitrice, crea un'atmosfera pittosto carismatica, tra applausi e lacrime, appena trattenute. Qualcuno anche si scoccia dell'intera mattinata di monologhi, che prosegue oltre il coffea-break: bisso prolisso, insomma...

Apprendiamo che i lavori in bisso sono invendibili, per esplicito interdetto rituale. Tanto è vero che Chiara rifiutò i 50.00O Euro che le offriva un Maestro di Zen, per portarsi il suo Leone in Giappone. Poco apprendiamo intorno ai
tessuti tradizionali, probabilmente troppo esoterici. O forse piuttosto (a parte le committenze ecclesiastiche ed aristocratiche, che non sarebbero troppo "popolari"), quei manufatti non andavano oltre questo legaccio che ora viene annodato, con le dovute formule rituali, al polso di una bimba tra il pubblico.

Quanto ai tessuti personali della Vigo, non ci presenta più che due o tre pezzi. Francamente, una tecnica mediocre: sbrigative broccature, talvolta in bisso, su tele di fondo dalle cimose poco regolari. Quanto al messaggio e al concreto contesto, meglio lasciarne parlare all'Autrice:
"Il Leone, arazzo in miniatura, rappresenta per me la guardia delle Arti. Questi è il risultato di un lungo e delicato lavoro di tessitura della seta di mare. Questo tipo di lavorazione è di origini antichissime, e viene fin d'allora tramandata da maestro ad allievo. Il maestro stesso non sa chi sarà colui che continuerà la sua strada. Questo fa si che tutti possano intraprendere quest'arte, ma solo uno sarà il legittimo erede. L'unico a cui io stessa tramanderò questi antichi segreti. Venite a trovarmi e troverete una risposta ad ogni vostra domanda, oltre che vedere di persona come il tutto si svolge. Inoltre, potrete prendere lezioni su come si tesse la seta di mare e su come si colorano le varie tele."

Anche se il "Convegno" di Chiara ha riscosso un grande successo, lei non ci pare il prersonaggio ideale per affermare il valore culturale (e aggiungiamo volentieri: religioso) della tessitura: le mancano l'umiltà e l'umorismo che rendono simpatici tanti autentici Mastri.
(Wm Gi)

Seguendo il "Filo...Leumann, 2002 e 2003":
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Immagini, impressioni e proposte da
"Filo lungo filo, un nodo si farà"


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